La chiarezza è d’obbligo.
C’è molta confusione ancora oggi fra le figure di Psicologo e Psicoterapeuta, che tendono ad essere sistematicamente scambiate da quasi tutta la collettività, dal momento che è consuetudine sentir dire “sto andando in terapia” anche se in realtà il soggetto in questione sta facendo un percorso dallo psicologo.
La cosa è senza particolari conseguenze sul piano pratico anche perchè i benefici sono gli stessi se il professionista è bravo e ci entriamo in sintonia oppure sono ugualmente assenti se con il professionista non si instaura un buon rapporto o ci sembra inefficace.
Ciò premesso, normativa vuole che chi esercita una forma di intervento terapeutico (ovvero clinico) debba conseguire un ulteriore diploma di specializzazione quadriennale dopo l’abilitazione all’esercizio della professione di Psicologo, anche se esiste già la Psicologia Clinica (ovvero quell’area della psicologia specificamente orientata all’intervento terapeutico sul paziente).
A questo punto viene da chiedersi se, come in Medicina, la specializzazione in psicoterapia riguarda una specifica dimensione/struttura dell’essere umano che necessita di una conoscenza più approfondita. Con sorpresa apprendiamo che il settore di Specializzazione non riguarda il paziente, ma il terapeuta ovvero solo quest’ultimo è in grado di capire in cosa è specializzato!
Quindi, mentre un paziente cardiopatico non avrà dubbi nel cercare e rivolgersi ad un cardiologo, un paziente con disagio psicologico non potrà sapere a quale psicoterapeuta dovrà rivolgersi fra quello sistemico-relazionale, quello interazionista, quello psicoanalista, quello strategico, quello bioenergetico, quello olistico, quello integrato, etc. etc.
Probabilmente pensa che rivolgersi ad uno Psicologo sia la cosa più naturale per il proprio disagio, non potendo evidentemente conoscere il significato delle psicoterapie menzionate e quindi auto-selezionarsi per quella giusta!!
Ma la cosa più interessante è che l’Ordine di categoria e rappresentanza continua ad essere quello degli Psicologi e che in tutte le sedi istituzionali si parla del ruolo dello Psicologo (nelle pubbliche amministrazioni, nelle convenzioni, etc. etc. ) salvo poi scoprire che, nella maggior parte dei concorsi, è richiesto obbligatoriamente di essere Psicoterapeuti!!!
Come recita la home page del mio sito, non ho mai voluto scegliere la strada più battuta, perchè spesso significa abbassare la testa e seguire il gregge che va verso una direzione prestabilita. Non ho mai acconsentito a chi ha cercato di impormi “obblighi” di scelte professionali con la promessa chimerica del posto fisso, ritenendo la Psicologia una scienza che basta a se stessa e con una dignità libera da logiche e giochini di potere.
Ecco perchè, nonostante gli allettanti inviti, open day più disparati, tentativi più o meno cordiali (mascherati da scenari ricattatori) di tirarmi dentro ad una delle ormai cento Scuole di specializzazione in psicoterapia, ho scelto di non iscrivermi a nessuna di loro a suo tempo e il motivo per cui, oggi più di allora, sono sempre più convinta di aver fatto la cosa giusta.
Riassumo qui alcuni concetti illuminanti:
- Lo psicologo che esce dal percorso accademico ha già un ambito di specializzazione (Psicologia clinica, del lavoro, ricerca, etc..) e svolge un apposito tirocinio nell’ambito che ha scelto.
- I percorsi post – lauream prevedono già un’ampia gamma di possibilità formative (master, perfezionamenti) in ambiti più specifici per chi desidera operare e impiegarsi in ambiti specifici senza doversi blindare all’interno di un percorso di 4-5 anni dai costi esorbitanti e i contenuti che sono una serie di ripetizioni del sapere accademico, profumatamente pagati a guru della formazione che a loro volta hanno fatto la stessa cosa con chi li ha preceduti e così via.
- L’introito economico delle scuole di specializzazione si è tradotto sostanzialmente in una forma di egemonia politica, che ha reso i percorsi di specializzazione obbligatori ormai in quasi tutti gli ambiti pubblici, di fatto ricadendo sotto forma di celato ricatto sulla testa degli psicologi, il cui ruolo è stato svalutato.
- Il proliferare di scuole di specializzazione (inizialmente poche e più credibili) in sotto-ambiti con sotto-titoli sempre più specifici, quasi impronunciabili per il pubblico, è una conferma che la tendenza speculativa è ormai esponenziale, arrivando a toccare l’assurdo se si pensa che un potenziale paziente, ancora incerto su cosa sia la Psicologia nel 2024, dovrebbe essere in grado di autoselezionarsi scegliendo uno psicoterapeuta ad orientamento bioenergetico, interazionista, costruttivista, costruzionista, lacaniano, e chi più ne ha più ne metta!