I segni vincenti e la comunicazione analogica sul campo

Come ogni altro contesto umano anche la partita di calcio è sottoposta alle regole della comunicazione, per le quali “è impossibile non comunicare” (I assioma della comunicazione di Waztlawick). Ogni gesto, ogni sguardo, ogni immagine, persino il silenzio trasmette comunque un’informazione per cui non ci sono in effetti momenti di assenza di comunicazione. Nello specifico, sul campo durante la performance la modalità principale di comunicazione è di tipo visivo (o analogico), ovvero basata sulla percezione immediata di immagini o “gestalt” (insiemi strutturati di forme). L’aspetto di forte dinamicità che caratterizza lo svolgimento della partita fa sì che la mente debba elaborare velocemente gli stimoli visivi e, quindi, decodificare il messaggio comunicativo offerto dagli avversari per poter sfruttare al meglio la situazione. Pertanto risulta fondamentale conoscere e individuare quali messaggi comunicativi sono veicolati dai gesti, dalle azioni e da ciò che l’altra squadra mette in atto allo scopo di trarre inferenze sul suo momento o stato psicologico. Dall’osservazione sistematica di una partita di calcio è possibile individuare fra le azioni e i movimenti dei giocatori nelle varie fasi di gioco alcune costanti che sono indicative di difficoltà psicologica (fase one-down) o, al contrario, di superiorità psicologica (fase one-up) in un determinato momento. Partendo dal presupposto che, come in un tango, le due squadre affrontandosi stabiliscono una complementarietà di tipo dinamico, questo tipo di analisi permette di individuare in quale fase psicologica si trova una squadra rispetto all’altra, con la possibilità di prevedere l’evoluzione del gioco e i fattori che determinano la dominanza o la sudditanza dell’una o dell’altra. Ma vediamoli nel dettaglio.

Segnali di Fase One-Down

Nello specifico fra i segnali che durante il gioco comunicano l’inizio di uno stato di affanno psicologico (one-down) che può esporre la squadra al colpo avversario troviamo:

  • il ricorso ripetuto a lanci lunghi in fase non terminale della partita, che trasmette uno stato mentale difensivo
  • l’incremento dei falli di frustrazione, che trasmette momentanea incapacità di gestione agonistica
  • il riscontro di un atteggiamento scorretto verbale e/o fisico individuale che trasmette insofferenza alla pressione
  • l’arroccamento difensivo in fase non terminale della partita che è praticamente una dichiarazione di stato di allerta e permette lo spostamento in avanti del baricentro dell’avversario (one-up)
  • l’indugio o eccessiva esitazione palla al piede che trasmette mancanza di idee e confusione sul momento
  • il ritardo di movimento rispetto a quello dell’avversario che trasmette calo di energia psicofisica
  • l’autovittimizzazione (cercare il fallo, essere polemici, etc..) come strategia per spezzare il gioco avversario, è chiaro segno di mancanza di alternative

In tutti questi casi si evidenzia come un banale gesto atletico assuma (anche inconsapevolmente) il significato di una spia del livello psicologico di una squadra durante la partita, fornendo una preziosa informazione aggiuntiva all’avversario che, se pronto a coglierla, potrà bruciare i tempi nell’affondare il colpo al momento giusto.

Segnali di Fase One-Up

E’ altrettanto possibile cogliere e interpretare alcuni comportamenti o azioni come segni di momentanea superiorità psicologica (one up) per la squadra. Ad esempio:

  • il binomio precisione-capacità di precedere l’avversario: è indicativo di massima lucidità oltre che di livello energetico ottimale
  • l’alta frequenza di calci d’angolo a favore; il cosiddetto “attacco al nido” è indicativo di dominanza.
  • una pressione psicologica prolungata sull’avversario (almeno 5 minuti consecutivi)
  • l’incremento di gesti di nervosismo negli avversari: sono il sintomo dell’imminente perdita di lucidità
  • scarsa frequenza di scontri fallosi; è indice di sicurezza psicologica, equilibrio e controllo della situazione
  • non dispersione dello sguardo, ovvero la capacità di tenere uno stile attentivo esterno – ristretto, indice di concentrazione ed efficacia

 

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