Dalla curiosità al business industriale: i meccanismi di una realtà “inventata”
L’etimologia popolare fa risalire la parola “Gossip” all’espressione anglosassone “to go sip”, usata negli ambienti politici dove i capi usavano mandare i propri assistenti al bar allo scopo di sedersi e ascoltare i discorsi che circolavano e le conversazioni pubbliche. Le istruzioni erano quelle di “bere qualcosa e prestare orecchio”. Da allora l’espressione “go sip” si sarebbe evoluta e trasformata in “gossip”, indicando una vera e propria attività di ricerca attiva di notizie (per lo più di tipo scandaloso e sensazionalistico) che riguardano le altre persone, soprattutto personaggi di variabile livello di fama.
Anche se ormai il concetto di gossip è comunemente associato ai soli personaggi considerati v.i.p., in realtà il meccanismo alla base del fenomeno è identico a quello di paese, dove è da sempre spontaneo esprimere giudizi su quelle persone che, per qualche motivo, si distinguono o risultano in evidenza nella comunità. Ormai classico è l’esempio del salone di bellezza della cittadina di provincia o del quartiere (rappresentato ironicamente dal mondo cinematografico), all’interno del quale si fanno pettegolezzi di ogni sorta e ci si “aggiorna” sulle ultime novità del posto. Ma, contrariamente a quanto vorrebbe la credenza popolare, non sono soltanto le donne ad essere grandi produttrici di gossip. Studi recenti hanno infatti dimostrato come la “chiacchiera leggera e disimpegnata” infarcisca anche le riunioni fra uomini, sebbene essi siano meno inclini ad ammetterlo.
I motivi per cui questa abitudine risulta essere trasversale, ubiquitaria e inevitabile sono prettamente psicologici e affondano le proprie radici nei sistemi motivazionali dell’individuo e nei bisogni umani più evoluti legati all’autoaffermazione, così come ben descritti da Abraham Maslow.
Funzioni del gossip
- Parlare degli altri eleva il senso di sè e agisce da antidepressivo naturale
- Parlare di personaggi ricchi e famosi dà l’illusione di sentirsi meno lontani da loro, riducendo gli effetti svalutanti del confronto chiaramente impari
- Nei casi di gossip reiteratamente distruttivo può essere frutto di una proiezione dei propri sentimenti e stati negativi su qualcun altro, con la sensazione illusoria di poterli gestire
- Favorisce lo strutturarsi di un legame sociale attraverso la condivisione di interessi e informazioni
- Diverte e cementa il legame fra i partecipanti alla “riunione”
- Crea tregua e alleanze con i propri “nemici”
- Costituisce una strategia di avanzamento socio-professionale
- Riduce il livello di aggressività latente
- Rinforza e preserva il senso morale all’interno della comunità
Il “vippismo”
Un comportamento di abuso di gossip, nel senso di un eccessivo interesse per le notizie e i fatti di personaggi noti che travalica la normale curiosità, può sconfinare in una vera e propria dipendenza psicologica. In questi casi l’attenzione del soggetto è prevalentemente orientata verso i fatti e le vicende degli altri come spostamento nevrotico dalla sfera della propria persona, che nasconde un profondo senso di inadeguatezza.
Vivere la vita degli altri servirebbe a compensare una percezione profondamente negativa della propria. Nei casi in cui l’oggetto delle attenzioni esclusive del soggetto siano solo personaggi famosi (VIP), le cui gesta vengono ricercate in maniera quasi maniacale attraverso giornali, tv e altri mezzi, vi può essere addirittura il desiderio e il tentativo di un avvicinamento fisico del proprio idolo o l’emulazione/imitazione del comportamento o dello stile di abbigliamento. In entrambi i casi si tratta di meccanismi compensativi del vuoto derivante da una scarsa autostima o da problemi di identità.