Le Fiction Investigative 

Stiamo assistendo ad una vera e propria esplosione di fiction a tema investigativo di stampo significativamente diverso rispetto al boom delle produzioni crime degli anni ’90 e primi anni 2000, fortemente intrise di contenuti e significati di oltreoceano (quali i primi CSI, NCIS, criminal profiling, etcc…).

Le principali differenze si ritrovano nelle caratteristiche dei protagonisti, nella sceneggiatura dei casi trattati, nelle ambientazioni e, soprattutto, nell’introduzione di diverse posizioni interpretative nel processo investigativo. Ovvero ogni fiction rappresenta la procedura investigativa a partire dal punto di vista del personaggio primario. 

Quest’ultimo non riveste necessariamente il consueto ruolo tradizionale di investigatore designato, ma può essere protagonista dell’indagine anche in altre vesti rispetto al solito ispettore o commissario, a seconda dell’identità che l’ideatore e il regista della fiction intende valorizzare di più (il Pubblico Ministero, la consulente occasionale, il prete del paese o persino una persona comune). 

A fianco a lui/lei vi sono tipicamente una serie di personaggi comprimari che accompagnano il protagonista all’interno dei vari episodi/storie costituendo il piano di narrazione di fondo sul quale si innesta il piano di narrazione del caso di turno, che normalmente inizia e finisce nel singolo episodio.  

Al di là di qualche licenza fantasiosa l’effetto è, in ogni caso, sorprendente a giudicare dal favore con cui il pubblico saluta queste produzioni, che negli ultimi anni si sono moltiplicate, registrando la nascita di nuove “stagioni” (ovvero continuazioni della prima serie) e arricchendosi di personaggi e risvolti sempre più graditi agli spettatori.

Ma qual’è il meccanismo di leva di tanto (meritato) successo?

Intanto si deve riconoscere il predominio incontrastato della cultura investigativa quale forma più moderna e trasversale, che attraversa tutte le fasce di pubblico, interessando la massa dal giovane al meno giovane, dalla persona semplice alla più erudita, dal manovale al manager. 

Secondariamente, è l’introduzione della vita quotidiana nella sua complessità e vividezza a far prendere le distanze da certi tipi di produzioni troppo “snob” e irrealistiche tipiche delle serie americane degli anni ’90 (come Beautiful, Baywatch ma anche CSI) con i loro personaggi sempre attraenti, vincenti, dalle vite patinate in cui le persone comuni facevano fatica ad identificarsi. 

La nuova tendenza è infatti quella di offrire uno spaccato quanto più realistico e fedele dell’esistenza dell’uomo medio (benchè investito di funzioni fondamentali per la collettività) lacerato da mille dubbi e contraddizioni e lontano anni luce dallo stereotipo dell’eroe predestinato.

Punti di forza della fiction

Effetto catartico: questo tipo di produzione artistica intercetta il bisogno di verità e di controllo sulla paura tipico della società contemporanea, offrendo la possibilità di coinvolgersi emotivamente in una sorta di gioco di ruolo protetto, con un esito dalla tonalità positiva.  

Modelling positivo: grazie ad una caratterizzazione più realistica dei protagonisti e delle loro esistenze, offre la possibilità di identificazione con il personaggio resiliente, che non è perfetto nè invincibile, ma afflitto dai piccoli e grandi drammi della vita quotidiana.

Incremento della consapevolezza/conoscenza: la fiction costituisce non soltanto un prodotto di enterteinment ma anche di divulgazione della cultura investigativa che avvicini le persone comuni alla dimensione del contrasto e della prevenzione dei fenomeni criminali attraverso la conoscenza.    

Realismo: le vicende personali dei protagonisti sono affrontate non da un punto di vista esterno ma narrate in prima persona dal pensiero del protagonista stesso. Il suo pensare a voce alta su come egli/ella vorrebbe realmente comportarsi o reagire in una certa situazione accomuna il protagonista ad ogni uomo/donna comune che vi si può rispecchiare, traendone una sensazione di condivisione e sollievo circa le proprie fragilità e i propri dubbi.