Psicologia della telecomunicazione e del tecnoutente (user psychology)

Anche la scienza psicologica si evolve naturalmente con i tempi, doverosamente attenta ai cambiamenti che attraversano il mondo sociale e l’universo umano. Un universo sempre più sposato con la tecnologia con la quale, volente o nolente, ogni individuo è costretto a familiarizzare. Ma l’uomo tecnologico in cosa è cambiato? E soprattutto in che modo il drastico avvento della comunicazione telematica ha cambiato le regole del comportamento umano? Stimoli, reazioni, pensieri, emozioni, bisogni, non possono essere più gli stessi di un mondo precedente in cui, ad esempio, per comunicare da fuori si rendeva necessario trovare una cabina telefonica, ove disponibile nelle vicinanze.

La psicologia della telecomunicazione è un settore emergente della psicologia che studia il comportamento del TECNOUTENTE, ovvero della persona al momento in cui utilizza un mezzo tecnologico, più o meno sofisticato (dal cellulare al pc, dalla rete web ad un macchinario specifico, etc..), partendo dal presupposto che tale comportamento presenti necessarie diversità da quello non legato alla tecnomediazione (lo dimostra l’utilizzo delle intercettazioni come modalità di acquisizione di verità nascoste). Il fatidico incontro fra uomo e macchina, infatti, può avere risvolti comportamentali imprevedibili.

L’uomo e il cellulare

Inizialmente progettato con l’intenzione assolutamente nobile di ottimizzare e velocizzare i collegamenti e le comunicazioni fra gli utenti, questa piccola scatolina intelligente è divenuta in seguito, da strumentale, qualcosa di fine a se stessa, e in questo passaggio si è impossessata totalmente delle nostre emozioni.

Le variabili ansiose (anxiety variables)

A livello emotivo, il disporre in ogni momento del mezzo di comunicazione in grado di metterci in contatto potenzialmente con chiunque (attraverso il collegamento web sul cellulare) induce spontaneamente e in maniera del tutto inconsapevole uno stato di iperattivazione cerebrale, simile ad una risposta stress-correlata, che si accompagna al presentarsi di variabili ansiose (ad es. senso di attesa continua, sensazione di essere “connessi” a qualcosa, timore o frustrazione per un intoppo nel collegamento). Se infatti il telefono cellulare può sembrare a prima vista la soluzione più logica contro l’ansia, ben presto tale realtà ha mostrato i suoi effetti paradossali, dimostrando come il cellulare, in verità, sia un vero e proprio moltiplicatore di ansia.

Ai celebri tempi in cui rientrando in casa si chiedeva “mi ha cercato qualcuno?” il problema non si poneva, in quanto il non poterne disporre automaticamente non induceva alcun stato di bisogno; pertanto per avere eventuali comunicazioni (utili o futili che fossero) si attendeva, senza tanti problemi, il ritorno a casa o in ufficio. Non per questo il tempo trascorso durante la giornata ci sembrava vuoto o inutile.

Tali percezioni sono arrivate con l’avvento di una tecnologia che si accontenta sempre meno, producendo quella stessa insoddisfazione in chi la usa regolarmente, tanto da non riuscire ad immaginare le proprie 24 ore senza, diventandovi, in taluni casi dipendente (addicted). Modelli sempre più complessi e multifunzione di cellulari creano sempre maggiori bisogni indotti i quali, se non trovano soddisfazione in tempi immediati, generano stati di agitazione, ansia anticipatoria, senso di frustrazione, dovuti al mancato riscontro delle aspettative, anche se irrealistiche.

Emozioni wireless

Gioia, sorpresa, tristezza, amore, odio, vergogna, rabbia sono le stesse ma si esprimono sempre di più attraverso il linguaggio della tecnologia, che mette in contatto persone fisicamente lontane ma che non vogliono e non possono rinunciare ad esprimere i propri stati e le proprie sensazioni. Se da un lato ciò permette di poter comunicare ovunque è anche vero che esiste il rovescio della medaglia, ovvero una maggiore discrezionalità interpretativa di quelle che sono le nuove forme di comunicazione (soprattutto il classico e ormai universalmente utilizzato SMS), determinata dall’estrema velocità dei contatti e dall’impossibilità di avere una conferma immediata dello scambio emotivo vis a vis con la persona interessata.

SMS: risvolti e implicazioni psicologiche

L’osservazione quotidiana mette in evidenza come il ricorso al SMS (short message service) sia la scelta sempre più usata in molti contesti, sia per comunicazioni brevi di tipo performativo (fissare ora e luogo di un appuntamento), sia per approcci comunicativi più complessi di tipo personale-relazionale (scambio di notizie private, conoscenza, costruzione di rapporti interpersonali,etc..). Attraverso questo rivoluzionario servizio di comunicazione vengono condensate e veicolate le intenzioni e le emozioni dell’utente, attraverso tasti e funzioni impersonali che si trasformano in parole e frasi dal significato altamente personale e specifico. L’SMS ha guadagnato negli anni una tale potenza e rilevanza comunicativa da costituire motivo di particolare attenzione, sia da parte degli stessi utenti (oltre naturalmente alle società di erogazione dei servizi telefonici), sia da parte di osservatori istituzionali e tecnico-scientifici (Organi della Magistratura, Polizia Postale, etc..), i quali da tempo considerano l’attività di analisi delle telecomunicazioni uno dei canali fondamentali di indagine investigativa. Anche la scienza del comportamento è fra gli osservatori privilegiati che si interessano ad analizzare le nuove forme di tecno-comunicazione fra gli individui, per coglierne sia la valenza e i significati sociali, sia l’eventuale uso distorto a fini antigiuridici (ad esempio lo stalking, o la pedofilia on line).

E’ nato così il crescente interesse sociale, che spesso diventa una vera e propria esigenza, di comprendere intenzioni (non sempre chiare e facilmente camuffabili o manipolabili) e psicologia dell’autore di SMS, soprattutto per il significato che la frequenza e l’uso di tale comunicazione riveste nella vita specifica di ciascuno. Naturalmente la questione avrà un’importanza e una valenza diverse per un adolescente rispetto ad una casalinga. E’ altresì vero che l’analisi delle tecnocomunicazioni sta rivestendo sempre maggiore importanza anche fra individui meno giovani, per le implicazioni sulla sicurezza di figli e nipoti, e in generale soggetti minori, che risultano grandi utilizzatori di SMS e MMS (Multimedia Messaging Service).

L’analisi degli SMS e dei contenuti multimediali diventa un servizio

Da oggi è possibile ricevere un aiuto specialistico e altamente professionale per quanti vogliano saperne di più, fugare dubbi, acquisire sicurezza e maggiore serenità, o anche soddisfare una semplice curiosità in merito alle comunicazioni che vengono ricevute per via telematica.

L’obiettivo dell’analisi psicologica delle tecnocomunicazioni (SMS, MMS, e-mail) è quello sia di decodificare l’eventuale significato ambiguo o latente di quanto contenuto nella comunicazione, sia di desumerne le variabili psicologiche dell’autore attraverso l’esame delle modalità e della logica di scrittura del messaggio.

Il servizio, come ogni altra prestazione specialistica, è naturalmente sottoposto ai vincoli della privacy in base al D.Lgs 196/2003 e al segreto professionale dello psicologo (ai sensi dell’art. 622 c.p.).