La psicologia del colore non può prescindere dalla psicologia della Percezione, a cui deve la sua nascita e il suo sviluppo.
La psicologia del colore deve il proprio impulso alla persona dello psicologo svizzero Max Lüscher (1923), il quale per primo trasformò l’osservazione del colore in uno strumento scientifico di analisi della personalità.
In base al Test dei colori è possibile inferire, con metodo scientifico, lo stato psicofisico di una persona a partire dall’ordine di preferenza per i colori. Tale analisi è funzionale all’individuazione di aree deficitarie o di malfunzionamento del soggetto e quindi della terapia più idonea a ripristinare l’armonia perduta.
Secondo la psicologia dei colori di Max Lüscher, ogni colore ha un significato universale ed obiettivo, cioè la percezione cromatica è esattamente la stessa per tutti e tutte le culture; ciò che varia nella percezione del colore è la valutazione data dal singolo alla percezione stessa, il suo accettarla o rifiutarla: la percezione potrà dunque risultare, a seconda della valutazione data dal soggetto, simpatica, indifferente o antipatica.
Quindi, in base alle preferenze e ai rifiuti, è possibile dedurre lo stato psichico e fisiologico della persona. Le combinazioni con cui i colori possono essere scelti sono numerosissime ed è dall’analisi delle varie inter-relazioni che emerge l’individualità e l’unicità del soggetto.
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