Chi è il criminologo e come fare per diventarlo

Cesare LombrosoCesare Lombroso, considerato il padre della criminologia

Verità e leggende su criminologia e dintorni

Parlare oggi di Criminologia è facile e accattivante; al contrario di ciò che accadeva meno di dieci anni fa, l’opinione pubblica reagisce morbosamente a vocaboli che contengono la parola “crimine” (come criminologia, criminologo, psicologia criminale, romanzo criminale, e via dicendo) come fosse una formula magica, in grado di incantare le folle. Oggi chiunque conosce il termine “criminologo”, eppure persino fra gli addetti ai lavori (e ancor più fra chi aspira a diventarlo) regna ancora molta incertezza su chi sia e di cosa si occupi precisamente.

Parte di questa confusione è senz’altro attribuibile alla sovraesposizione mediatica della criminologia, che in tempi recentissimi ha portato alla visibilità del pubblico la figura di esperti del comportamento (più o meno sempre gli stessi) afferenti a discipline molto diverse fra loro (spesso lontane dalla criminologia applicata) ma che il giornalismo impropriamente definisce allo stesso modo come “criminologi”.

Contemporaneamente la moda culturale della criminologia, scoppiata in Italia alla fine degli anni ’90 su importazione di quella americana, si è rivelata una fonte di errore cognitivo di massa nell’indurre nel pubblico (soprattutto quello giovane) tutta una serie di aspettative e di false credenze collettive intorno alla materia. E’ più che mai opportuno pertanto, da parte di chi è realmente del mestiere, fare un pò di chiarezza nel terreno minato della criminologia e dintorni, soprattutto per coloro che intendono sceglierla quale percorso professionale.

Lo sapevate che…?

La criminologia è una scienza multidisciplinare che si può studiare con una laurea di base in scienze umanistiche (psicologia, psichiatria, scienze sociali, giurisprudenza, medicina legale..) dopo la quale è necessario frequentare un Master in Criminologia (preferibilmente di II livello e universitario) che preveda, oltre ad una formazione rigorosa, un adeguato tirocinio in idonee strutture in cui sia configurata l’attività di un esperto in criminologia (istituti penitenziari, Ospedali Psichiatrici Giudiziari, Comunità, Uffici Giudiziari).

In Italia ad oggi la figura professionale del “criminologo” non è formalmente riconosciuta se non come rimanenza delle ultime scuole di specializzazione in Criminologia Clinica, chiuse nel 2003. Gli attuali criminologi avventori del salotto di Vespa sono psichiatri forensi o psicologi forensi, il cui vero titolo non viene quasi mai utilizzato perchè avente meno appeal sul livello degli ascolti. Pertanto vi sono criteri valutativi non omogenei che rendono poco confrontabili (ma integrabili) professionalità diverse nel campo della criminologia. Solo una cosa qualifica e accomuna tutti coloro che si occupano seriamente di criminologia: l’esperienza diretta con il criminale e lo studio dei casi (faldoni, fascicoli, etc..) 

Nell’opinione pubblica l’effetto fiction (sulla scia dei serial americani) si è fuso con quello giornalistico-televisivo, creando un delirio collettivo fatto di morbosità e confusione sul ruolo e sulle competenze del “criminologo” persino fra gli addetti ai lavori; provate a chiedere, come me, a qualcuno a caso se sappia chi è e cosa fa un criminologo. Alcune delle risposte ottenute sono state: “un poliziotto”, “un investigatore”, “un avvocato”, “uno di quelli che va da Vespa”, “uno di quelli di Squadra di Polizia”…

Dall’immagine pubblica alla sfera del privato professionale di chi si occupa di criminologia c’è un salto abissale che il pubblico ignora completamente, in quanto gli aspetti quotidiani e meno affascinanti della professione (burocrazia, locali sporchi e trasandati, scarso utilizzo di mezzi tecnologici aggiornati, compensi economici indegni, etc..) non vengono mai affrontati nei salotti tv, dove si parla solo di “luminol”, “scena del crimine”, “superperizie”, rimanendo pertanto sconosciuti…

Il principale datore di lavoro del criminologo sarebbe il Ministero della Giustizia (non la Rai o Mediaset!), che allo stato attuale delle cose non possiede risorse economiche adeguate, mantenendo con il professionista (chiamato Esperto ex art. 80 O.P.) un rapporto a convenzione dal profilo decisamente basso;

Al contrario dell’avanzatissima America, in Italia l’esperto del comportamento e il criminologo non frequentano le scene del crimine; il loro ruolo, quando chiamato in causa, è deciso ufficialmente dal Pubblico Ministero o dal Giudice mediante incarico di consulenza o perizia, altrimenti del cosiddetto criminologo non c’è neanche l’ombra;

Secondo un’aberrazione della legge di mercato, la moda ha creato un’esplosione dell’offerta di sedicenti criminologi dell’ultim’ora, sfornati da corsi a loro volta improvvisati (ce nè uno ogni cantone, addirittura on line!!!), a fronte della totale assenza della domanda (come già detto, aumentano i detenuti ma il Ministero della Giustizia non ha i soldi per la fotocopiatrice..!). Così al neocriminologo dalle belle speranze, dopo aver speso dai 3.000 ai 5.000 euro per un diploma di master in criminologia, se non appartiene ad un ente ministeriale preposto, non resta che acquistare almeno una cornice decorosa. 

Molto più sensata è la scelta di entrare a far parte del contesto investigativo-forense dalle molte finestre di accesso possibili, intraprendendo percorsi di studi o di specializzazione in scienze forensi, all’interno delle quali è cresciuta a dismisura l’importanza di formazione e la richiesta di una preparazione specifica.   

Meditate gente, meditate…

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