Partendo dal presupposto che ogni atto criminale contiene sempre in se’ un aspetto strumentale (vantaggio pratico) e uno simbolico (realizzazione di una fantasia piu’ profonda del suo autore), la seguente classificazione costituisce il frutto di una personale esperienza professionale nel contatto e nella gestione quotidiana di una grande varieta’ di casi criminali con le relative caratteristiche degli offender cosi’ come personalmente riscontrate.

Crimini relazionali (stalking, figlicidi, uxoricidi, ecc.): un tempo genericamente denominati “delitti passionali” rappresentano oggi la categoria di crimini piu’ socialmente conosciuta e piu’ studiata dagli addetti ai lavori. La loro attuale popolarita’ e’ in gran parte attribuibile alla visibilita’ mediatica, che ha intercettato la morbosita’ dell’opinione pubblica. Fanno parte di questa ampia categoria tutte quelle condotte criminali che prevedano reati contro la persona all’interno di una relazione fra l’autore e la vittima (di tipo familiare, amicale, professionale). L’attenzione degli esperti e’ orientata sulla possibilita’ di prevedere le situazioni a rischio e quindi prevenire il verificarsi di tali condotte (vedi Criminologia relazionale). Elemento comune nella criminogenesi di tali reati e’ il legame di necessita’ che lega autore e vittima e l’aspetto patologico di tale relazione, che si basa prevalentemente su un difetto di comunicazione. La violenza, infatti, viene a rappresentare alla fine una modalita’ estrema quanto inadeguata di veicolare un messaggio.

Omicidio d’impeto: erroneamente rubricato sotto la voce “raptus”, in realta’ costituisce l’apice finale di un processo d’escalation violenta dell’autore, iniziato e maturato lentamente nella psiche dell’omicida, il quale solitamente nasconde un profondo malessere sotto una facciata sociale accettabile e giudicata “normale”. Il raptus come spiegazione clinica non esiste, in quanto e’ irrealistico ipotizzare che un individuo psicologicamente sano ed equilibrato improvvisamente e senza apparente motivo possa commettere un gesto omicida. La mente omicida e’ infatti una mente che reca qualche segno (ad esempio in passato ci possono essere stati segni prodromici sottovalutati), talvolta difficile da cogliere prima di un avvenimento cosi’ eclatante.

Crimini economici (bancarotta fraudolenta, fallimento, ricettazione, emissione di assegni a vuoto, etc..): sono da sempre considerati socialmente (e impropriamente) come crimini innocui, in ragione della mancanza di effetti immediati sulla vittima e delle particolari caratteristiche dell’autore, apparentemente una persona “perbene” perche’ di classe, disinvolto e abile socialmente (da cui la celebre definizione di “criminale dal colletto bianco”). Tali soggetti accedono al colloquio con scarsa consapevolezza in merito alle proprie condotte, vivendo con particolare insofferenza le conseguenze giudiziarie, percepite come ingiuste rispetto alla gravita’ del reato; pertanto tendono costantemente a confrontare il proprio reato con altri piu’ violenti e da loro considerati piu’ gravi (ad esempio quelle contro la persona) al fine di autoassolversi.

Reati predatori (rapine, furti con destrezza, furti con scasso, etc..): sono tipologie di reati diffusi commessi per la stragrande maggioranza dei casi per finanziare altre attivita’ criminose o per mantenere una dipendenza. I piu’ diffusi in ambito urbano sono le piccole rapine a commercianti compiute da soggetti anche improvvisati, i quali spesso agiscono disarmati e senza alcun modus operandi. Piu’ pericolose le situazioni in cui a mettere in atto i colpi sono bande organizzate, le quali implementano veri e propri piani e che non operano mai senza armi. Tali soggetti in sede di colloquio si rivelano particolarmente mendaci, manipolativi e totalmente privi di una coscienza emotiva. I tossicodipendenti in particolare considerano furti e rapine come normali mezzi di sostentamento e reperimento di risorse, all’interno di un piu’ generale stile di vita passivo e parassitario.

Reati dinamitardi: i dinamitardi rappresentano una tipologia di criminali particolare in quanto alla base del loro agire vi e’ una rabbia repressa (associata ad altri sentimenti negativi quali il rancore, l’invidia, etc…) che li porta a far male agli altri ma senza avere il coraggio di un contatto diretto con la vittima. Il loro modus operandi nell’azione criminosa riflette il loro stesso modo di vivere: in disparte, guardando la vita degli altri nell’ombra e coltivando il rancore per non poterne far parte. Per questo il dinamitardo e’ nella maggior parte dei casi un criminale solitario, che agisce da solo perche’ da solo ha sempre vissuto e nessuno puo’ condividere il suo drammatico vissuto. Spesso questi soggetti vivono con un familiare anziano e si curano per patologie psicosomatiche.

Sex offenders (autori di reati sesuali): rappresentano una categoria con specifiche caratteristiche psico-criminologiche diverse da qualsiasi altra figura criminale, e per questo motivo sono discriminati persino dagli altri detenuti. Il denominatore comune a tutti i sex offender e’ l’assenza di consapevolezza di essere malati e deviati, e l’attribuzione alla vittima di una volonta’ consenziente che in realta’ risulta essere una distorsione di pensiero dell’aggressore. All’interno della categoria si distinguono diverse tipologie di offenders, in base all’oggetto della pulsione (soggetti minori, adulti, omo o etero-sessuali, etc..) e all’intensita’ della motivazione sottostante alla spinta aggressiva. Quasi tutti gli aggressori sessuali rivivono nel reato gravi conflitti irrisolti con le figure di riferimento, che vengono proiettate sulla vittima e distrutte simbolicamente attraverso l’atto criminale, che per questo porta l’impronta assolutamente personale dell’autore. Tale aspetto simbolico raggiunge la sua massima espressione nei crimini seriali, dove l’autore e’ portato a compiere compulsivamente le stesse mosse con vittime diverse seguendo una volonta’ interiore che non trova pace fino a quando egli non viene scoperto. I sex offenders inducono negli operatori sentimenti conflittuali e senso di disgusto, rappresentando al contempo una delle sfide piu’ stimolanti per l’analisi criminologica.

Crimini ambientali (piromania, disastro ambientale, maltrattamento di animali, etc..) : i crimini che hanno per vittima l’ambiente sono altrettanto gravi dei crimini violenti, sia per la portata del danno e delle conseguenze, sia per il profilo psicologico dell’autore che risulta essere particolarmente disturbato o pericoloso. Spesso alla base di questi crimini c’e’ un profondo disturbo del rapporto individuo-ambiente e un forte disadattamento sociale (associato a Disturbo Evitante o Schizoide di Personalita’) che si traduce in un comportamento sociopatico.

Criminali VIP: costituiscono una nuova categoria prodotta dalla trasformazione socio-culturale che attraversa anche il sistema giustizia. Sono i nuovi criminali-show man, quelli usciti dalla giustizia-spettacolo che, in quanto tali, non fanno paura a nessuno, anzi vengono ammirati esattamente al pari di altri vip le cui gesta restano decisamente nell’ambito del lecito e del buon gusto. E allora qual’e’ la differenza fra coloro che commettono reati e coloro che non lo fanno quando tutti sono ugualmente seduti nei comodi salotti televisivi? In realta’ a causa di tale meccanismo aberrante tali delinquenti patinati hanno una portata distruttiva indefinita a causa dell’impatto sociale del loro modelling negativo. Sintetizzano alla perfezione quello che in criminologia si definisce come il processo di costruzione sociale del crimine, basato sulla risposta sociale alle condotte criminali, risposta che, anziche’ essere gravemente sanzionatoria e di condanna, finisce per costituire un rinforzo positivo al comportamento deviante.