dark

Il termine femminicidio si riferisce a tutti quei casi di omicidio in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi relativi alla sua identita’ di genere, il che lega il fenomeno quasi esclusivamente al ruolo di moglie o compagna che la medesima ha o ha ricoperto nei confronti dell’autore del delitto, ovvero il medesimo autore presumeva che la vittima dovesse iniziare o continuare la relazione sentimentale o sessuale. L’etimologia ne vorrebbe salva la distinzione dal “femicidio”, che invece indicherebbe strettamente “l’uccisone di una donna”.

Le valutazioni a sostegno del femminicidio quale forma di violenza di genere, quindi non casuale ne’ occasionale, appaiono d’obbligo almeno di fronte agli ultimi dati statistici sugli omicidi o i tentati omicidi a danno delle donne e appare ormai poco sostenibile l’ipotesi che il fenomeno venga sovrastimato perche’ se ne parla di piu’ rispetto al passato. La sempre maggiore attenzione mediatica al femminicidio ne ha senza dubbio amplificato anche la percezione collettiva ma, d’altra parte, appare arduo negare che, storicamente, ci troviamo di fronte ad una preoccupante guerra fra i sessi il cui esito e’ quasi sempre sfavorevole alle donne (almeno sul piano fisico). Tale clima di distanza e incomunicabilita’ e’ ormai in piedi da tempo e visibile attraverso varie manifestazioni che non necessariamente si presentano con connotazioni violente (incremento dei divorzi anche in eta’ avanzata, conflittualita’ per l’affidamento dei figli, difficolta’ relazionali e sessuali fin dall’adolescenza, stalking, ecc.).

La complessita’ e la multifattorialita’ alla base del fenomeno devono indurre a rifuggire le spiegazioni semplicistiche che si focalizzano sull’uomo autore del delitto quale sola causa alla ricerca di un difetto di base, di una carenza personale, di tipo psichico, familiare, sociale, di genere cui attrbuire la follia del gesto. Intanto, appare del tutto evidente che il piano di analisi del fenomeno deve essere dinamico (non statico come una fotografia) e spostarsi dai singoli protagonisti dell’evento omicidiario (l’uomo autore e la donna vittima) alla relazione fra autore e vittima in quanto contenitore di significati al cui interno cercare la spiegazione di cio’ che accade. Solo analizzando la qualita’ della relazione fra autore e vittima in senso dinamico (da quando si e’ costituita, al suo andamento, all’analisi dei ruoli comunicativi, ecc.) e’ possibile capire il processo criminodinamico che culmina con l’omicidio, quasi sempre preceduto, se si scandaglia appunto approfonditamente, da segnali prodromici.

Leggi il testo della nuova legge sul femminicidio

Intervento di Silvia Calzolari alla trasmissione “Monitor” su Italia 7 in occasione della Giornata internazionale contro la Violenza di genere (25 novembre 2020)