“L’anello più debole di un sistema di sicurezza è il fattore umano”
Kevin D. Mitnick
Ormai da decenni la Psicologia è entrata a far parte delle procedure e dei programmi che si occupano di sicurezza, a vario titolo (sicurezza sul lavoro, sicurezza stradale, urbana, dei sistemi informatici, dei luoghi e delle persone fisiche, etc..)
Ciò non risponde solo all’introduzione di specifiche normative in materia (Testo unico per la sicurezza sul lavoro – Decreto legislativo n. 81/2008) ma anche e soprattutto ad un’esigenza atavica e irrinunciabile dell’uomo, che da sempre è portato a ricercare condizioni sicure, senza le quali ogni altro bisogno o elemento perde senso. La sicurezza affonda le proprie radici nella profondità delle motivazioni umane, le quali continuano ad avere un ruolo cruciale negli studi e nei programmi più moderni ed evoluti sulla sicurezza. E’ ormai noto infatti come le sole misure logiche e strumentali atte a garantire la sicurezza rappresentino soluzioni parziali a tale scopo, soprattutto se manca, in chi progetta e utilizza sistemi di sicurezza, una consapevolezza e un’adeguata conoscenza delle componenti comportamentali legate a tali misure.
Gli oggetti, le tecnologie, le leggi, i protocolli sarebbero solo oggetti e strumenti inerti senza il significato attribuito loro dall’uomo, che ne stabilisce una finalità, una qualità e una modalità di utilizzo. Non solo. Ognuno di questi elementi produce nell’uomo una percezione soggettiva, che può produrre effetti anche discordanti rispetto all’immagine oggettiva attesa. Ad esempio, la presenza di inferriate e sbarre alle finestre di un’abitazione privata vorrebbero produrre senso di sicurezza, in realtà veicolano paura e distanza. Pertanto le componenti psicologiche della sicurezza (safety) sono ben distinte da quelle strumentali (security) e non necessariamente in rapporto direttamente proporzionale. Pertanto l’efficacia di programmi e misure di sicurezza sarà tanto maggiore quanto più alto sarà il numero di fattori e variabili presi in considerazione, al fine di implementare strategie articolate e integrate, che passino anche attraverso il fattore umano.
In questo senso la Formazione sulla Sicurezza rappresenta lo strumento elettivo di prevenzione da affiancare all’impiego di adeguate misure di controllo. I programmi formativi sulla sicurezza hanno lo scopo di fornire quelle conoscenze / competenze psicologiche e comportamentali necessarie ad incrementare l’efficacia personale contro il rischio di vittimizzazione, ovvero il grado di esposizione (anche inconsapevole) a varie tipologie di rischio, che devono essere analizzate e sondate secondo una valutazione ad ampio raggio.
I corsi
- Corso di formazione in Psicologia della Sicurezza per personale steward e addetti al controllo in pubblici esercizi
- Corso di formazione Anti-stalking e Autodifesa per donne
- Corso di formazione antirapina per esercenti commerciali a rischio
- Assessment per la valutazione dei rischi stress – correlati in azienda (in base al Testo unico per la sicurezza sul lavoro – Decreto legislativo n. 81/2008)
- Corso di formazione in Psicologia viaria e del traffico per insegnanti e istruttori di autoscuole (D.M 17/2011)